SINTESI DEL DOCUMENTO.
Quattro anni fa il congresso della Cgil si concludeva con l'affermazione delle posizioni della maggioranza che oggi guida l'organizzazione. Da allora si sono susseguiti arretramenti e sconfitte, non uno degli obiettivi del congresso è stato realizzato e la Cgil è sempre più coinvolta nella rabbia e nel rifiuto che accompagnano i palazzi della politica.
Quattro anni fa il congresso della Cgil si concludeva con l'affermazione delle posizioni della maggioranza che oggi guida l'organizzazione. Da allora si sono susseguiti arretramenti e sconfitte, non uno degli obiettivi del congresso è stato realizzato e la Cgil è sempre più coinvolta nella rabbia e nel rifiuto che accompagnano i palazzi della politica.
Oggi la Cgil non incide più su
nessuna delle decisioni di governi e padroni che ci riguardano, ma noi abbiamo più
che mai bisogno di un sindacato vero, che ci dia forza e coraggio, che combatta
la rassegnazione.
Protestano commercianti,
artigiani, i tanti rovinati dalla crisi, ma il mondo del lavoro è muto per
colpa della passività dei gruppi dirigenti sindacali, quasi fossimo dei
privilegiati che non hanno nulla da rivendicare.
Invece i governi continuano
con le politiche di austerità, che distruggono tutto e servono soltanto alle multinazionali,
alla finanza e alle banche, mentre noi ogni giorno che passa siamo più poveri.
La precarietà è la condizione
comune di tutto il mondo del lavoro. Chi più chi meno, tutti sono diventati
precari
e la maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei
pensionati stanno tornando
indietro di decenni.
Le donne pagano il prezzo più
alto, sulla fatica e sulla salute, sui ritmi e sui tempi di lavoro, sul salario
e sulle pensioni, nella loro stessa vita.
I ricchi diventano sempre più
ricchi, la casta politica, i grandi manager e burocrati conservano tutto il
loro potere, ingiustizie e corruzione e prepotenza dilagano. In questa
situazione la Cgil non ha fatto tutto quello
che poteva e doveva fare.
Uno
sciopero di sole 3 ore è stato proclamato contro la legge Fornero sulle
pensioni. Si è consentito di far approvare al parlamento la cancellazione di
fatto dell'art.18 e il peggioramento degli ammortizzatori sociali.
Con l'arrivo dei governi
sostenuti dal PD, il gruppo dirigente della Cgil ha deciso di non disturbare
più i palazzi della politica e di unirsi a Cisl e Uil nella pratica degli
accordi a tutti i costi.
Dopo l'accordo del 28 giugno
2011, che accettava le deroghe ai contratti nazionali mentre il governo, con l'articolo 8 del decreto Sacconi,
permetteva di non rispettare le leggi nei gli accordi aziendali, si è firmato
un
nuovo accordo il 31 maggio
2013. Con questa firma la Cgil ha accettato di estendere dappertutto la "esigibilità"
contenuta negli accordi Fiat. Cioè il principio condannato dalla Corte
Costituzionale per cui hanno diritto di esistere solo i sindacati che firmano
gli accordi e che si impegnano a non scioperare più. Nel
frattempo sono stati firmati
decine di contratti nazionali e molti accordi aziendali che hanno solo
peggiorato le condizioni e i diritti dei lavoratori. Gli accordi peggiorativi
non sono stati solo accordi separati ma nella maggioranza accordi firmati anche
dalla Cgil.
Tutti i lavoratori pubblici
hanno i contratti bloccati da anni e per i prossimi anni, senza nessuna vera iniziativa
di Cgil Cisl Uil. La maggioranza dei pensionati è ridotta alla povertà e tutti
hanno perso potere d'acquisto, ma i sindacati dei pensionati, che pure hanno
milioni di iscritti, hanno fatto ben poco.
Tutto questo era inevitabile?
No. Diverse volte in questi anni si sono presentati momenti nei quali si poteva
provare a cambiare le cose e
non si è voluto farlo.
Con un bilancio così negativo
il congresso della Cgil dovrebbe servire a cambiare tutto. Invece tutti i
gruppi dirigenti, compreso quello della Fiom, si sono messi d'accordo per fare
un congresso che approvi quello che
si è fatto e continui così.
Noi non siamo d'accordo e per questo presentiamo il documento alternativo: "Il
sindacato è un'altra cosa", perché la Cgil che serve al mondo del lavoro è un altra
cosa rispetto a quella di oggi.
Prima di tutto ci vuole una
Cgil che faccia rivendicazioni chiare, che rispondano ai bisogni delle persone
in carne e ossa, bisogna ricominciare a chiedere, invece che sperare nel meno
peggio. Ottenere dei risultati è difficile, ma se non si rivendica mai niente è
sicuramente impossibile!
È
dannoso inseguire l'unità con i vertici di Cisl e Uil, perché da anni i gruppi
dirigenti di queste organizzazioni firmano qualsiasi accordo con le controparti
private o pubbliche e accettano qualsiasi prepotenza, come in Fiat. Basta con
gli accordi di vertice con i gruppi dirigenti di Cisl e Uil che paralizzano l'iniziativa,
bisogna ricordare che l'ultimo successo la Cgil l'ha ottenuto da sola, portando
3 milioni di persone in piazza a Roma per difendere quell'art. 18 che invece
non è stato difeso quando si era insieme a Cisl e Uil.
Bisogna ricostruire
la contrattazione partendo dai bisogni dei lavoratori rifiutando i vincoli della concertazione
e le leggi anti sciopero come la 146. La Cgil deve prendere esempio dalle lotte
dei tranvieri di
Genova ed estendere e
sostenere quelle forme di lotta ovunque sia possibile. La Cgil deve stare
assieme a tutte le popolazioni che lottano, dalla valle Susa alla terra dei
fuochi in Campania, alla lotta contro il MUOS in Sicilia.
Bisogna aumentare
salari e pensioni e legarli al costo della vita per non diventare sempre più poveri.
Bisogna eliminare gli scandalosi guadagni dei grandi manager. Bisogna
recuperare ricchezza da quella minoranza che possiede la grande maggioranza dei
patrimoni, dalle banche e dalla finanza, dalle multinazionali, dall'evasione
fiscale. I soldi ci sono, ma sono in mani sbagliate e sono usati in modo sbagliato.
I lavoratori e i pensionati sono i soli che pagano tutte le tasse fino
all'ultimo centesimo, quindi la giustizia fiscale deve cominciare da noi. Ci
vuole un salario minimo orario per legge sotto il quale nessuno possa
andare, perché oggi ci sono lavoratori con paghe di pochi euro all'ora. Ci
vuole un reddito dignitoso per tutte e tutti coloro che non trovano lavoro o lo
abbiano perso.
Bisogna portare la
pensione di vecchiaia a 60 anni - le donne devono poter andare prima - e ripristinare quella
di anzianità a 40 anni di contributi con il metodo retributivo quindi senza penalizzazioni,
mentre l'orario di lavoro settimanale va ridotto a parità di salario. Bisogna
lavorare meno per lavorare tutti.
Bisogna
cancellare tutta la legislazione che ha consentito il dilagare della
precarietà, ripristinare e estendere l'art.18 contro i licenziamenti
ingiusti.
Ci
vuole un piano per il lavoro e lo stato sociale che sia fondato su grandi
investimenti pubblici, per la scuola, la sanità, la casa, il trasporto locale,
il risanamento del territorio e dell'ambiente, il patrimonio culturale, per il
Mezzogiorno. Ci vogliono tantissime piccole opere che creino tanti posti di
lavoro mentre bisogna dire basta allo spreco delle grandi opere come la Tav in
val di Susa o a quello delle spese militari come gli F35.
Le grandi aziende strategiche,
come Fiat, Ilva, Telecom, Alitalia, i grandi ospedali privati come il San
Raffaele, che rischiano tagli o chiusura, devono essere espropriati
senza indennizzo e gestiti dal potere pubblico, con partecipazione e controllo dei
lavoratori e delle popolazioni. Bisogna combattere le delocalizzazioni e farle pagare
alle grandi aziende e alle multinazionali.
Bisogna rompere con l'Europa
delle banche, della finanza, dei tecnocrati e delle multinazionali, bisogna stracciare
subito il fiscal compact e tutti i trattati europei che ci impongono l'austerità. Bisogna
non pagare più il debito pubblico alle banche e alla finanza e perciò bisogna
nazionalizzare tutte le grandi banche, prima di tutto la Banca d'Italia.
La gigantesca corruzione
politica e la criminalità mafiosa sono una parte fondamentale della crisi del
paese e producono costi e ingiustizie insopportabili. La Cgil deve sostenere e
fare proprie la lotta alla criminalità e alla corruzione e ai
privilegi delle caste.
Abbiamo bisogno di un
sindacato che rompa con i palazzi del potere, un sindacato profondamente democratico,
un sindacato indipendente dai padroni, dai governi e dai partiti. Dobbiamo mettere
in discussione burocrazie e caste sindacali e valorizzare le delegate e i
delegati protagonisti di lotte e vertenze. La Cgil è stata questo sindacato, ora non lo è più, deve
tornare a esserlo. Ci vogliono una legge sulla democrazia sindacale
e una Cgil profondamente democratica, fondata solo sulle tessere degli iscritti e non su enti
bilaterali e fondi pensionistici e sanitari.
Il voto al nostro documento
alternativo serve a tutte e tutti coloro che vorrebbero un sindacato ben
diverso
a quello che c'è oggi e per
questo intendono far sentire la loro voce. Usiamo questo congresso per cambiare,
per dire basta alla passività e alla rassegnazione, perché ricominciamo a
contare se diventa chiaro che: "il sindacato è un'altra
cosa"!.
Chi vuole approfondire legga
tutto il nostro documento e le sue chiare proposte, magari confrontandole con quelle
del documento di maggioranza.
Le
rivendicAZIONI per una Cgil indipendente, democratica, che lotta
1)
CONTRO L'EUROPA DELL'AUSTERITÀ E DEL FISCAL COMPACT
La prima condizione per
fermare la distruzione del lavoro, dei redditi, dello stato sociale e della
democrazia è respingere gli ordini della Troika e i vincoli dei patti europei.
Bisogna rifiutare
subito il fiscal compact e tutti gli accordi che impongono l'austerità. Questi
patti non vanno rispettati e vanno disdettati. Bisogna rifiutare il pareggio di
bilancio costituzionale che impone la distruzione dello stato sociale per
pagare le banche. Le banche a partire dalla Banca d'Italia devono essere
nazionalizzate senza indennizzo. Una politica economica a favore del lavoro e
dei diritti sociali richiede la rottura dei vincoli europei. Questo è interesse di tutto il
mondo del lavoro e di tutti i popoli europei, che devono liberarsi dalla
dittatura di finanza e banchieri. La Cgil deve chiedere lo sciopero generale di
tutta Europa.
2)
LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE, ALLA PRECARIETÀ, AL DECLINO DEL SUD
Disoccupazione di massa e
precarietà servono ai padroni, perché nell'attuale crisi ricattano con la paura
le persone e le costringono ad accettare condizioni di sfruttamento vergognose.
Ci vogliono misure di emergenza e interventi di più lunga portata che abbiano
come risultato immediato l'aumento dell'occupazione. Ci vuole un piano del
lavoro fondato sull'intervento pubblico e sulla lotta allo sfruttamento e alla
precarietà. Bisogna abbassare l'età della pensione abolendo la legge Fornero e
ci vuole la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario. Lavorare meno,
lavorare tutte e tutti. Vanno abolite le leggi sulla precarietà, dal pacchetto
Treu in poi. Va ripristinato e esteso l'art.18.
Nell'immediato: blocco totale dei
licenziamenti e delle delocalizzazioni e reddito garantito per tutti i disoccupati.
3)
PENSIONE PUBBLICA E GIUSTA PER TUTTE E TUTTI
Negli ultimi 20 anni ogni
governo, sia di centrodestra che di centrosinistra che di larghe intese ha
fatto cassa con le pensioni delle lavoratrici e dei lavoratori alzando sempre
più l'età pensionabile e riducendo sempre più i rendimenti. Tutte le
manomissioni del sistema pensionistico pubblico sono state o concordate o accettate
di fatto da Cgil Cisl Uil. Per questo bisogna rimettere in discussione tutta la
controriforma delle pensioni separando la previdenza dall'assistenza,
garantendo a tutte e a tutti il calcolo della pensione con il sistema retributivo,
la pensione di vecchiaia a 60 anni e quella di anzianità a 40 anni di lavoro.
Bisogna restituire alle lavoratrici e ai lavoratori il TFR e garantire a tutte e a tutti una pensione
pubblica dignitosa senza dover fare ricorso ai fondi pensionistici integrativi,
che si sono rivelati un vero fallimento, e che vanno
tolti alla gestione delle
cosiddette parti sociali e affidati a una trasparente gestione pubblica.
Bisogna aumentare le pensioni basse e garantire il costo della vita a tutte le
pensioni almeno fino a 3.500 euro.
4)
NUOVA SCALA MOBILE SALARI E CONTRATTAZIONE
Bisogna ridare al contratto
nazionale la funzione di aumento del salario reale e del miglioramento delle condizioni
di lavoro. Per fare questo bisogna partire da piattaforme discusse e condivise
dai lavoratori, con chiare rivendicazioni su salario, orario, diritti. Bisogna
essere indisponibili a firmare peggioramenti pur di chiudere le vertenze. Ci
vogliono una nuova scala mobile per difendere i salari dall'inflazione,
l'abrogazione dell'art.8 della legge Sacconi, che permette la deroga aziendale
ai contratti ed alle leggi, un salario minimo orario fissato per legge che
arrivi a 10 euro lordi allora. Bisogna combattere anche con nuove leggi il
super sfruttamento dei subappalti, delle cooperative, delle esternalizzazioni.
La Cgil deve organizzare nel territorio lavoratori, precari, pensionati,
popolazioni in vertenze sociali.
5)
CONTRO IL DEGRADO DELLA CONDIZIONE DI LAVORO
Bisogna dire no al lavoro
domenicale e festivo se non per i servizi pubblici essenziali. Bisogna lottare
contro la flessibilità selvaggia degli orari, l'aumento dei carichi di lavoro,
l'attacco alla libertà e alla dignità delle lavoratrici e dei lavoratori.
Bisogna cancellare la vergogna del lavoro gratuito degli stagisti, dei
collaboratori volontari e così via. Tutto il mondo del lavoro deve
riappropriarsi del controllo della prestazione lavorativa e la Cgil deve essere
impegnata con tutte le sue forze per questo scopo.
6)
NO ALLA SVENDITA DELLA SICUREZZA, DELLA SALUTE E DELL'AMBIENTE
Bisogna assumere come
principio di fondo della Cgil che la salute e l'ambiente vengono prima di
tutto. Per questo va contrastata in ogni modo la ricerca smodata e criminale
del profitto. Dalla Thyssen Krupp di Torino, alla strage di Viareggio, alle
stragi per tumore all'ILVA di Taranto, bisogna che i padroni e le Istituzioni responsabili
della distruzione delle vite e dell'ambiente paghino tutto. Si possono
difendere salute e ambiente assieme al lavoro soltanto se si mettono in
discussione le politiche di austerità dei governi e le complicità malavitose
tra politica e affari. L'abolizione dei contratti precari è indispensabile per
difendere la salute e la sicurezza dei lavoratori. Bisogna abolire i carrozzoni
concertativi che fanno si che i rappresentanti dei lavori per la sicurezza
vengano formati da agenzie dei padroni.
Lotta per il lavoro e lotta
per la salute devono marciare assieme e per questo ci vuole un piano pubblico
di riconversione produttivo ed energetico e di risanamento ambientale. Bisogna
dire no alle grandi opere ai rigassificatori
ai termovalorizzatori e alle trivellazioni.
7)
FERMIAMO LO SMANTELLAMENTO DELLA SANITÀ, DEI SERVIZI SOCIALI E L'ATTACCO
PERMANENTE AL LAVORO PUBBLICO
Vanno cancellati tutti i
provvedimenti di revisione della spesa adottati in applicazione del fiscal compact e per rispettare la cosiddetta parità di bilancio. Basta con la spending review. Va rilanciata e potenziata la sanità pubblica assieme a tutti i
servizi pubblici sociali. La Cgil deve contrastare ogni chiusura o riduzione, privatizzazione
o esternalizzazione di servizi pubblici sociali, sanitari ed educativi. Vanno
sostenute tutte le lotte che vanno in tal senso, anche sviluppando la
solidarietà tra i lavoratori e gli utenti. Per questo la Cgil deve chiedere
l'abolizione della legge anti sciopero 146 e sostenere la disobbedienza ad
essa. Va abrogato il patto di stabilità interno. Bisogna valorizzare le
autonomie locali, togliere potere alla burocrazia e dare potere e servizi ai
cittadini.
8)
PER LA SCUOLA PUBBLICA, LA FORMAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO
Sono anni che i governi
tagliano i fondi alla scuola pubblica e al diritto allo studio, nello stesso
tempo finanziano la scuola privata. Anche l'università pubblica è in una
situazione estremamente critica, dopo i tagli degli ultimi anni e le riforme
strutturali che, a partire dall'introduzione del "3+2", hanno progressivamente
dequalificato i titoli di studio. La costruzione di una società giusta passa
per la riconquista per tutte e tutti del diritto allo studio e alla formazione
in una scuola e in una università pubblica, di qualità, di massa e democratica.
Al tempo stesso, il carattere pubblico della ricerca va garantito come asse strategico
di sviluppo del paese. Ci vuole un piano di investimenti nella scuola e nella
università pubblica e per il diritto allo studio, eliminando ogni finanziamento
alla scuola privata, tagliando le spese militari e sopprimendo gli sprechi
nella pubblica amministrazione. La scuola deve essere davvero gratuita fino al termine
delle superiori. Bisogna stabilizzare il personale precario. Ci vuole un piano
di ricerca pubblica che freni l'emigrazione intellettuale. La Cgil deve
sostenere e unirsi a tutti i movimenti di studenti e operatori della formazione
che lottano per il rilancio del sistema pubblico.
9)
BASTA COL FISCO DEI RICCHI E DEI GRANDI EVASORI
Lavoratori e pensionati pagano
tutte le tasse per tutti. Ora basta. E' necessario ottenere una drastica riduzione
delle aliquote su lavoratori dipendenti e pensionati, in particolare detassando
totalmente ogni reddito da lavoro o da pensione inferiore a 1500 € lordi
mensili. Questa quota va indicizzata al tasso dell’inflazione reale. Sul
versante opposto vanno drasticamente aumentate le aliquote per gli scaglioni
oltre i 150.000 euro annui. Vanno ridotte le imposte indirette e le accise
sulla benzina, che colpiscono i redditi più bassi. Gli aumenti dei salari dei
contratti nazionali vanno detassati, mentre bisogna abolire la detassazione dei
premi di produttività e degli straordinari, che discrimina tra i lavoratori e
incentiva la flessibilità dei salari. E' necessaria una patrimoniale ordinaria
progressiva per tutti i grandi patrimoni, escludendo dal conto la casa di
abitazione se non è di lusso. La lotta all'evasione fiscale va fatta partendo
dalle grandi aziende, dalle multinazionali, dalle società finanziarie, dalle
banche che possono legalmente eludere il fisco con i movimenti di capitali ed i
paradisi fiscali esteri. I ricchi devono pagare.
10)
NO ALLE PRIVATIZZAZIONI, ALLA SVENDITA DEI BENI COMUNI E PER IL DIRITTO ALLA
CASA
La Cgil deve scendere in lotta
sia a livello nazionale, sia in ogni territorio, per difendere, ampliare e ricostruire
il controllo pubblico sui beni di tutti. Va respinta la privatizzazione dei
trasporti pubblici, che oggi è intrecciata con la politica delle grandi opere e
dell'Alta Velocità. Bisogna potenziare il trasporto pubblico locale ferroviario
e quello cittadino. Bisogna rivalutare la condizione dei ferrovieri e degli
autisti e dei lavoratori dei trasporti che sono sottoposti a stress e
sfruttamento crescente con paghe sempre più basse. Le reti dell'energia e delle
informazioni devono essere in mano pubblica e va varato un piano di
investimenti nazionale su energia e telecomunicazioni. Le aziende
municipalizzate devono tutte tornare a essere pubbliche, cancellando la scelta
di trasformarle in società per azioni e la quotazione nella speculazione in
Borsa. Questo non soltanto per l'acqua ma per le farmacie, gli asili e i
servizi scolastici, l’'energia, i trasporti e il ciclo dei rifiuti.
La Cgil deve battersi per il
diritto delle persone ad avere un luogo dove abitare dignitosamente e deve
sostenere tutte le lotte per
la casa.
11)
PER I DIRITTI DEI MIGRANTI
I diritti dei migranti sono
nostri diritti. Noi vogliamo che la ricchezza e il lavoro siano ridistribuite a
tutte e tutti. La discriminazione e il razzismo verso i migranti sono un danno
e nessun lavoratore è davvero libero se alcuni sono trattati da schiavi. Per
questo la piena parità di diritti in tutto il mondo del lavoro senza
distinzione di etnia o sesso è una condizione essenziale per tutto il mondo del
lavoro. Occorre mettere in discussione la politica europea di feroce controllo
delle frontiere, la "Fortezza Europa" nata grazie all'accordo di Schengen
e tutti i trattati anti immigrazione.
La Cgil deve chiedere
l'abolizione delle leggi più odiose e discriminatorie che determinano la
condizione di costante ricatto dei migranti dalla Bossi-Fini fino alla
Turco-Napolitano. La Cgil deve organizzare i lavoratori migranti nella lotta
contro il supersfruttamento e per la piena parità di condizioni. La Cgil deve
chiedere l'abolizione del reato di clandestinità, la garanzia del diritto di
asilo, l'introduzione del permesso di soggiorno anche per la ricerca di lavoro,
una riforma complessiva della cittadinanza, l'introduzione dello ius soli, l'estensione del diritto di voto, un impegno forte contro il
lavoro nero e il caporalato.
12)
PER LA PACE E CONTRO LA GUERRA
La Cgil si deve schierare con
tutti i movimenti per la pace. La Cgil deve chiedere la
cancellazione delle missioni militari italiane estere e dell'acquisto degli
F35, nel quadro di un vasto piano di taglio delle spese militari e di
riconversione dell'apparato industriale. La Cgil si deve battere contro i
rischi di guerra deve condannare tutte le violazioni fatte dai governi italiani
nei confronti dell'art.11 della Costituzione e deve chiedere la messa in
discussione della NATO e la soppressione delle sue basi militari. La Cgil si
deve schierare contro le politiche del fondo monetario internazionale e di
tutte le istituzioni che sono responsabili dello strangolamento di tanti paesi
con il debito.
La Cgil deve sostenere la
causa del popolo Palestinese.
13)
UN SINDACATO DEMOCRATICO E DI LOTTA
La Cgil deve considerare
prioritaria una legge sulla democrazia sindacale che garantisca alle
lavoratrici e ai lavoratori il diritto a scegliere liberamente la propria
rappresentanza e il diritto al voto segreto su piattaforme e accordi. La Cgil deve essere in ogni
caso vincolata a sottoporre a referendum gli accordi e a rifiutare ogni nomina
dall'alto di rappresentanti di lavoratori.
Oltre alla rappresentanza
democratica garantita dalla legge, i lavoratori hanno bisogno di organizzarsi
in forme flessibili e aperte, in comitati di lotta e consigli di delegati per
questo la Cgil deve operare per favorire queste forme di organizzazione. Bisogna
mettere in discussione le burocrazie e lo spirito di casta degli apparati.
Serve una politica dei quadri che valorizzi le delegati e i delegati
protagonisti di lotte e vertenze. La scelta dei funzionari sindacali non può
essere unilaterale e basata sul principio di fedeltà. Il sindacato deve vivere
soltanto con i contributi volontari dei suoi iscritti e non con finanziamenti
diretti o indiretti che vengano da enti bilaterali, dai fondi integrativi,
dalle controparti e dallo stato. Una parte della quota tessera deve finanziare casse di
resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori in lotta.
I dirigenti della Cgil
devono impegnarsi a non passare direttamente e immediatamente dal proprio
incarico a ruoli manageriali in aziende o a ruoli nelle istituzioni politiche.
I direttivi della Cgil a tutti i livelli devono essere composti a maggioranza
di lavoratori, pensionati, disoccupati.
Giorgio Cremaschi, Fabrizio
Burattini, Francesco De Simone, Eva Mamini, Franca Peroni, Maurizio Scarpa
Per tutti i documenti : http://sindacatounaltracosa.org
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